Il coronavirus ha causato la perdita di centinaia di migliaia di posti di lavoro in Italia. Secondo alcune ricerche nel secondo trimestre del 2020, si è perso il 6,1% di posti di lavoro. Quali saranno dunque i lavori più richiesti dopo il Covid 19 e qualli saranno, altresi, i settori più in crisi?
Inoltre, la pandemia ha avuto effetto anche sulle offerte di lavoro che le aziende hanno presentato in questo periodo, che si sono ridotte in media del 70% nei 2 mesi successivi all’entrata in vigore delle misure di emergenza dovute al Covid 19.
Uno studio effettuato dall’analisi delle offerte pubblicate su portali di ricerca di lavoro ha evidenziato che i lavori più richiesti durante il coronavirus sono stati: addetti alle consegne, insegnanti e venditori.
I principali settori di attività colpiti dalla pandemia sono stati quelli dell’ospitalità e del turismo che hanno visto un crollo delle offerte di lavoro, con una riduzione del 90 %, passando da oltre 28.000 offerte tra marzo e maggio 2019 a solo 2.700 nello stesso periodo di quest’anno. A seguire i settori della consulenza, automobilistico, metallurgico, distribuzione all’ingrosso e bancario. Tutti con cali di oltre l’80% durante la pandemia.
Dei vari settori di attività analizzati si evince che tutti hanno pubblicato meno offerte di lavoro rispetto allo stesso periodo del 2019, ad eccezione dei corrieri, che hanno registrato un aumento del 150%.
Dopo i fattorini, gli insegnanti hanno rappresentato il 5,2% delle offerte di lavoro durante la pandemia, seguiti da agenti commerciali con il 3,8%, magazziniere con il 3,6%, operatore di pulizie con il 3,4% e teleoperatore che ha rappresentato il 2,9% di tutti i posti vacanti pubblicati nella primavera del 2020.
Per quanto riguarda l’impatto economico che hanno subito le aziende, il 60% delle aziende ha ridotto significativamente la propria attività, mentre il 35% ha chiuso completamente, soprattutto in settori come il commercio, l’ospitalità, l’industria automobilistica, la costruzione o il tessile. Mentre il restante 5,0% è cresciuta durante la pandemia. Quest’ultima categoria è costituita principalmente da aziende dei settori della logistica e dei trasporti, dei servizi sanitari e sociali, delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, degli alimenti e delle bevande.
Quasi una azienda su tre ha in previsione licenziamenti o riduzione di orari. In prospettiva, la percentuale di aziende che intendono ridurre il proprio organico è aumentata del 40% rispetto alle previsioni pre-epidemia, mentre il numero di aziende che prevede di assumere durante il corso dell’anno si è ridotto del 60%.
E, se la visione delle aziende sembra pessimistica, i lavoratori e i disoccupati non sono da meno. Il 60% di coloro che attualmente hanno un lavoro teme di perderlo nei prossimi mesi, mentre il 45% dei disoccupati vede scarse possibilità di entrare nel mercato del lavoro.
Nonostante il fosco quadro del 2020, gli esperti sono più ottimisti sul 2021.
Questi sono i lavori post Covid 19 in cui ci sarà un maggiore aumento delle assunzioni nel corso del prossimo anno:
- Agricoltura e silvicoltura
- Consulenza generale
- Imprese di pulizia
- Industria alimentare
- Industria farmaceutica
- Industria tessile
- Risorse umane
- Servizi sociali
- Trasporto merci e logistica
- Internet
- Tecnologia dell’informazione e della comunicazione
Questi, invece, sono i lavori post Covid 19 che subiranno un maggior numero di licenziamenti:
- Telemarketing
- Industria del legno
- Agenzie di comunicazione
- Tempo libero e intrattenimento
- Noleggio di veicoli e attrezzature meccaniche
- Industria metallurgica
- Trasporto passeggeri
- Qualità e ambiente
- Organizzazione di eventi