Come sarà il lavoro dopo il Coronavirus? Per dare una risposta a questa domanda bisogna fare una premessa: il Covid 19 ha, per la prima volta, messo in evidenza la criticità del contatto fisico sul posto di lavoro.
Da ciò si evince come sia probabile che i lavori che si svolgono in luoghi con forte concentrazione di individui subiranno le maggiori trasformazioni dopo la pandemia, innescando effetti a cascata anche su altre tipologie di attività.
Impatto del Coronavirus sui diversi lavori
Durante la pandemia tutte le attività che richiedevano uno stretto contatto fisico sono state le più penalizzate: servizi di cura del corpo e della persona, servizio clienti, attività di ristorazione, tutte quelle attività legate in qualche modo a tempo libero – viaggi e settore culturale.
Altri lavori che prevedono la stretta interazione con i clienti, ma che sono essenziali, come negozi al dettaglio, banche, servizi sanitari e uffici postali, hanno continuato a svolgere la loro attività. Alcuni lavori in questo campo si sono fortemente orientati all’e-commerce o, dove possibile, hanno sostituito l’interazione diretta con il cliente con un servizio offerto online.
I settori del tempo libero, dei viaggi e della cultura, che porta i lavoratori ad interagire quotidianamente con clienti in hotel, ristoranti, aeroporti e luoghi di intrattenimento e svago sono stati costretti a chiudere e gli aeroporti e le compagnie aeree hanno operato in maniera estremamente ridotta.
Invece per quel che riguarda i lavori di tipo amministrativo nei vari uffici pubblici e privati, questo lavoro prevede solo una moderata vicinanza fisica delle persone ed un numero limitato di interazioni umane.
Il settore dei lavori all’aperto comprende soprattutto i lavori nel settore dell’edilizia e in quello agricolo. In questo caso il Coronavirus ha avuto un impatto limitato, poichè in questi settori c’è poca vicinanza fisica fra le persone e poche interazioni fra gli individui. Inoltre si tratta di attività che si svolgono completamente all’aperto.
Il lavoro dopo il Coronavirus, cambiamenti
La pandemia ha fatto si che aziende e consumatori adottassero nuovi comportamenti che rischiano di rimanere anche dopo la fine del Coronavirus e questo avrà un forte impatto sul mercato del lavoro dopo la pandemia.
Forse l’impatto più evidente del Coronavirus sul mercato del lavoro è il notevole aumento dei dipendenti che lavorano da remoto, ed è probabile che il lavoro a distanza e le riunioni virtuali continuino, anche se in maniera meno sostenuta rispetto al picco della pandemia. Questo potrebbe portare a notevoli cambiamenti anche nelle sedi di lavoro, poiché gli individui e le aziende, a questo punto, si potrebbero de localizzare dalle grandi città a piccoli paesi.
Questo aumento dello smart working con conseguente diminuzione dei dipendenti che lavorano in ufficio potrebbe portare ad una diminuzione di ristoranti e caffè nel centro delle città e anche la richiesta di trasporto pubblico potrebbe diminuire.
L’ampio uso della videoconferenza durante la pandemia ha dato il via ad una nuova era delle riunioni virtuali e ciò potrebbe portare ad una diminuzione dei viaggi d’affari. Mentre i viaggi di piacere e il turismo si riprenderanno dopo la pandemia, buona parte dei viaggi d’affari, il segmento più redditizio per le compagnie aeree, potrebbe non tornare. Ciò avrebbe effetti a cascata a partire dall’occupazione nel settore dei trasporti aerei, agli aeroporti, al settore dell’ospitalità e della ristorazione.
L’ e-commerce e tante altre attività online sono in forte espansione. Molti consumatori hanno scoperto la convenienza dell’e-commerce e di altre attività online durante la pandemia. Nel 2020, la quota dell’e-commerce è cresciuta in maniera vertiginosa. Molte persone che hanno utilizzano i canali digitali per la prima volta durante la pandemia continueranno a utilizzarli anche in seguito. E questo aumento dell’e-commerce ha determinato la crescita esponenziale dei tutti quei lavoro legati alla logistica (corrieri, magazzinieri, ecc).
Sono cresciuti notevolmente anche altri tipi di attività online come l’online banking e l’intrattenimento in streaming.
Il Coronavirus può favorire, infine, uno sviluppo nei settori della ricerca relativi all’automazione e all’intelligenza artificiale, da adottarsi nei luoghi di lavoro che prevedono un’elevata vicinanza fisica. Molte aziende stanno già aumentando l’automazione e l’intelligenza artificiale in magazzini, negozi, call center e impianti di produzione per ridurre la densità delle persone sul posto di lavoro.
Il lavoro dopo il Coronavirus, previsioni
Le previsioni dicono che le maggiori ricadute negative della pandemia si avranno sui lavoratori della ristorazione, nel settore delle vendite, nel servizio clienti e su tutti quei lavoratori a bassa qualifica, legati al settore dei servizi.
Al contrario aumenteranno i posti di lavoro nella logistica ma è improbabile che tali aumenti compensino la perdita di lavoro avuta negli altri settori. Anche la domanda di lavoratori nelle professioni sanitarie e STEM potrebbe crescere, addirittura, più di prima della pandemia, e ciò rispecchia la maggiore attenzione, delle persone, verso la propria salute, nonché la crescente domanda di professionisti in grado di creare nuove tecnologie.
A causa dell’impatto della pandemia sui posti di lavoro a bassa qualifica, si prevede che quasi tutta la crescita della domanda di lavoro avverrà in posti di lavoro ad alta professionalità. Pertanto, molti lavoratori senza particolari qualifiche dovrebbero acquisire nuove competenze per poter trovare un impiego.
Questa crescita, in futuro, della domanda di lavoratori qualificati e la perdita di molti posti di lavoro a basso salario, porterà con se notevoli problemi di ricollocazione di questi lavoratori e ciò potrebbe avere anche ripercussioni anche dal punto di vista sociale.